Omocisteina e malattie cardio-cerebrovascolari

Domenico Consoli, Giuseppe Neri, Antonino Contartese, Gaetano Candido Grillo, Giovanni Carbotta

Riassunto. La correlazione tra omocisteina e malattie cardio-cerebrovascolari è stata oggetto di un crescente interesse negli ultimi anni, ancora maggiore se il focus viene posto sulle patologie cerebrovascolari e l’ictus. Ne è dimostrazione il fatto che negli ultimi cinque anni la produzione scientifica media per anno è stata di oltre 110 lavori, con un incremento di circa il 30% per anno rispetto alla decade precedente. L’elemento principale di questo interesse risiede nel presupposto che una elevata concentrazione plasmatica della sostanza (attribuibile a problemi farmaci relati, a patologie infettive infiammatorie e a carenze enzimatiche specifiche che agiscono a livello catabolico, come pure a fattori genetici) possa avere un ruolo potenziale nel determinismo della malattia ad essa correlabile. La conoscenza approfondita dell’omocisteina da un punto di vista chimico, metabolico e fisiopatologico, porterebbe a riconoscerne il ruolo nello sviluppo delle malattie cardiovascolari, specie in relazione alle sue possibili azioni a livello endoteliale. Tuttavia, queste evidenze sono ancora contrastanti. Minori sono le diversità che si riscontrano, invece, nel correlare l’omocisteina con il determinismo del declino cognitivo o con l’espressività di patologie neurodegenerative o neuro-lesionali del bambino, dell’adolescente e del grande adulto. Problemi interpretativi, in parte irrisolti, derivano dalle correlazioni genetiche, per cui una diversa espressione patogenetica dell’iperomocisteinemia può esservi anche su base etnica e geografica. La nostra ipotesi è che possano esistere espressioni epigenetiche diverse in funzione della risposta legata al background genetico-ambientale. Questa rassegna intende fornire spunti di discussione per considerare l’iperomocisteinemia quale fattore di rischio a cui prestare particolare attenzione e non intende proporsi come revisione sistematica sugli effetti nelle principali patologie correlate.